Quasi chiunque lavori con il web si è sentito rivolgere la stessa frase una volta nella vita: “Non mi serve un sito internet, io faccio tutto con Facebook”. È una specie di mantra che torna ciclicamente, insieme a “Mio cugino fa la stessa cosa per 50 euro” e “Non posso pagarti ma ti dò visibilità”: ci siamo abituati ormai.
Giusto ieri ho avuto il piacere di assistere al talk di una persona che sul web e i social la sa parecchio lunga, Gianni Catalfamo (trovate il suo blog sulla tecnologia a questo indirizzo), che intervenendo al WordPress Meetup di Milano ha dato una spiegazione abbastanza esaustiva sul perchè una strategia di contenuti, e in generale, aggiungo io, il marketing sul web di un’attività, non può basarsi solo sui social o su piattaforme di condivisione (Se non sai ancora cos’è il Wordpess Meetup Milano puoi scoprire questo fantastico mondo qui)
Quali sono, dunque, secondo Gianni Catalfamo (e personalmente concordo sulla quasi totalità) i motivi per cui non bastano i social network, e prendiamo ad esempio Facebook in quanto il più utilizzato, ma occorre un sito web, sia pure anche solo un blog aziendale?
- Non hai controllo sulla loro visualizzazione: l’algoritmo di Facebook decide chi vede cosa, si può cercare di sfruttarlo meglio possibile, sicuramente non è possibile cambiarlo. E le ultime novità hanno già gettato nel panico più di una persona.
- La proprietà intellettuale dei contenuti resta un mistero: in generale, ciò che viene postato sui social smette di essere vostro, almeno in parte
- È molto difficile una personalizzazione che rispecchi la brand identity: al di là del logo e dell’immagine di copertina, è tutto molto limitato.
- Il flusso dei contenuti è effimero e variabile, in base alle modifiche dell’algoritmo. Un giorno la tua pagina fa 2000 visualizzazioni, il giorno dopo 5, e non puoi farci niente, o quasi (vedi punto 1)
- La funzione di ricerca è poco efficiente. Cercare su Facebook dei contenuti non è sempre facilissimo, bisogna spesso districarsi in una giungla di risultati di ricerca che non c’entrano assolutamente nulla.
- Esportare i contenuti per trasferirli altrove è spesso un’impresa titanica. Si fa prima a rifare i post da capo.
- Punto che condivido assolutamente e più degli altri: “la policy non è vostra, può cambiare, e lo farà”. Oggi potete promuovere su Facebook il vostro blog dedicato alla griglia, domani Facebook ve lo impedirà per non offendere l’utenza vegetariana o vegana (è un esempio, eh!). E potrebbe benissimo succedere.
- L’indicizzazione è pessima. Se sperate di posizionarvi nei primi 10 risultati di ricerca su Google con la vostra pagina Facebook, aspetterete a lungo.
- L’editing è pessimo. Ad esempio su Facebook il testo è sempre piatto, non è possibile inserire evidenziazioni, grassetti, corsivi. E non voglio fare il minimo cenno agli orrendi sfondi dei post. Ok, l’ho fatto, ma per dirvi che sono orrendi.
E a queste 9 ragioni, per fare cifra tonda, ne aggiungo una mia personale, che può sembrare banale ma non lo è: non tutti usano Facebook, ma tutti usano Google. E molte persone che non lo usano, ne hanno spesso il rifiuto totale, per cui non le convincerete mai a visualizzare la vostra pagina Facebook. E aggiungiamo un’ultima postilla: oggi Facebook c’è, fra 10 anni non si sa. Piattaforme come MySpace o Foursquare che facevano faville negli anni passati sono cadute in disuso o addirittura sparite. Non è quindi, davvero, il caso di affidare la propria presenza in Rete solo e soltanto a Facebook: meglio avere qualcosa di vostro, un sito, o un blog aziendale, qualcosa dove è possibile inserire tutti i contenuti che si desiderano nella forma che si desidera e che siano su uno spazio di vostra proprietà. I social devono essere il mezzo, e non il fine di qualsiasi strategia pubblicitaria.
Qui sotto, per chi desidera sentirlo dalla sua viva voce, il video integrale dello speech di Gianni Catalfamo: