Il Web, è un dato di fatto, ha ormai preso il posto delle piazze come luogo in cui svolgere una campagna elettorale e, in generale, fare propaganda politica. Sul web si illustrano e discutono programmi e idee, si fanno proseliti, si comunicano eventi. Dal Blog 5 Stelle ai tweet di Trump alla “Bestia” di Matteo Salvini, essere presenti in Rete è un elemento essenziale della comunicazione politica ai giorni nostri.

Lasciamo, tuttavia, ad altre sedi le analisi sociologiche e le considerazioni strettamente politiche e parliamo della Rete come mezzo in sè per la comunicazione politica, e parliamo dei due canali principali attraverso cui essa si svolge: i siti web o blog e i social network.

Le nuove piazze virtuali: i social

Una comunicazione politica non può oggi fare a meno dei social network: sono ormai poche le persone che non hanno un profilo su Facebook, Instagram o Twitter, per citare i più gettonati. Sono i social, oggi, le vere piazze in cui si parla di politica, si scambiano opinioni e, cosa più importante, si crea il consenso. La comunicazione diventa immediata, dal politico al cittadino, scavalcando qualsiasi ufficio stampa e aggirando ogni protocollo ufficiale nonchè, spesso, qualunque legge che limiti in qualche modo la pubblicazione di notizie a mezzo stampa, leggi che in genere non vengono applicate ai social. Un messaggio può raggiungere milioni di persone con un minimo sforzo.

Facebook, al di là dei ben noti problemi in termini di tutela dei dati personali, moderazione e proliferare di hate speech e profili falsi, è in genere la prima scelta per numero di utenti, semplicità di utilizzo e diffusione. Un post o un video su Facebook è in grado di raggiungere anche milioni di persone e diventare virale in poco tempo. Inoltre, è possibile creare delle campagne pubblicitarie a pagamento, che permettono di raggiungere un gran numero di utenti in modo mirato con un investimento contenuto

Twitter, per contro, nonostante la non larghissima diffusione fra gli utenti “medi” del web, è tuttora ampiamente usato da partiti e personaggi politici. Più che un social, lo si può ormai considerare un information network: l’immediatezza e brevità dei messaggi ne fanno un ottimo mezzo per gli aggiornamenti flash e per il rilascio di dichiarazioni pubbliche e comunicati ufficiali.

Instagram, infine, nonostante la crescente diffusione, soprattutto fra i giovani, soffre ancora di qualche difficoltà riguardo l’utilizzo in politica, soprattutto per la necessità di usare immagini di qualità e per le limitazioni nella scrittura dei testi , sebbene le Stories siano sempre più uno strumento di coinvolgimento interessante ma ancora, probabilmente, relegato alla sfera del gossip e degli argomenti “leggeri”

Affidarsi solo ai social? Meglio di no, perchè…

Nonostante gli evidenti vantaggi in termini di diffusione di contenuti, affidare una comunicazione politica solo ai social senza affiancare un sito web o un blog è una scelta che a volte può rivelarsi penalizzante per vari motivi. Ne ho già parlato in questo articolo, ma approfondire non è male..

Prima di tutto, banalmente, se ormai quasi tutti hanno un accesso al web, non tutti possiedono un profilo social: soprattutto gli anziani non sono molto attivi sulle varie piattaforme, ma anche molte persone hanno, per principio, un atteggiamento di aperto rifiuto.

L’aspetto più importante, però, è legato all’accesso ai nostri contenuti. Su un sito web ospitato su un server che acquistiamo, siamo totalmente padroni di ciò che postiamo: abbiamo un nostro spazio dedicato e nessuno può venire a metterci le mani o, peggio, chiuderlo (sempre che ci si ricordi di pagare il rinnovo…). Abbiamo delle cartelle dove possiamo fisicamente accedere ai file (es. foto e video)e non solo visualizzarli a video, e un database che memorizza i nostri contenuti a cui possiamo accedere direttamente, e possiamo fare dei backup anche automatici per mantenere i dati in caso di problemi.

Sui social, evidentemente, non è così: non abbiamo accesso alcuno ai server e, di conseguenza, ai file. Potremmo pensare: non importa, l’importante è vederli. Certo. Ma pensaci, amico utente: cosa succede se domani, per ipotesi, Facebook, Twitter o Instagram decidono di chiudere o se, caso più probabile, il tuo profilo viene cancellato per un qualsiasi motivo? Che ne è dei tuoi post chilometrici, delle tue foto, dei tuoi video? PUFF. Spariti. Anni di campagne politiche svaniti. Backup? Inesistenti. Tool di recupero? ah-ah. Puoi dire addio a tutto e ricominciare da capo.

E se pensi che a te non possa succedere, se ti ritieni cauto e ligio alle policy, ho una brutta notizia per te: ogni social ha una sua policy che non puoi gestire, che potrebbe cambiare, e che possibilmente lo farà, e tu probabilmente non lo saprai in tempo. Basta poco, magari quella parola, o quell’immagine che pensavi di poter usare e per Facebook “viola gli standard”, e potresti ritrovarti con il post cancellato, se non con il profilo bloccato. Silenziato. Messo a tacere.

La forma conta, l’immagine è tutto

Un altro fattore, secondario ma non meno importante, è legato all’editing, cioè alla “forma” dei tuoi contenuti: sul tuo sito puoi fare quello che vuoi, puoi creare una tua immagine unica che rispecchi quello che sei, i tuoi valori, le tue idee. Puoi usare colori, font, evidenziazioni, inserire link, quello che vuoi, davvero. Sui social, invece, nulla di tutto questo: il testo è in genere piatto, non puoi evidenziare, sottolineare, usare un font che ti piace, e via dicendo. Ti tocca quello che c’è, uguale a tutti gli altri, al massimo puoi mettere il tuo simbolo e una foto di copertina…come tutti gli altri. Personalizzazione? Zero. Caratterizzazione della tua immagine? Meno che nulla. Che tu sia di un partito o di un altro, non appare in modo chiaro e immediato: e lo sai bene, amico mio, che in politica spesso l’immagine conta…

Ci sono poi altri motivi, infine, che riassumo in breve:

  • Non decidi tu chi vede i tuoi post: gli algoritmi dei social decidono chi vede cosa, non puoi cambiarlo e anzi, spesso, è lui a cambiare, e da un giorno all’altro puoi salutare le tue 10000 visualizzazioni.. ed è successo a molti.
  • l’indicizzazione è pessima, difficilmente qualcuno troverà un tuo post social tramite Google (e quello si, lo usano tutti).
  • Le funzioni di ricerca interne sono carenti: se vuoi recuperare un tuo post di qualche anno fa, ti toccherà spesso armarti di pazienza e continuare a scorrere…

Ma allora, che faccio?

Il mio consiglio, è quello di fare un minimo investimento (o in alternativa, affidarsi a qualche buona guida) e creare prima di tutto, sempre e comunque un sito ufficiale (se si tratta di un partito o movimento) o un blog (se sei un candidato), e utilizzarlo per presentare le tue idee, esprimere le tue opinioni, pubblicizzare eventi e via dicendo. Questo ti permetterà di avere subito una tua visibilità tramite Google, e di avere uno spazio tutto tuo.

Successivamente, utilizza i social per condividere i contenuti del tuo blog, in modo da portare traffico su di esso e far conoscere ai tuoi potenziali elettori chi sei veramente, le tue idee, i tuoi valori. Puoi anche creare, parallelamente, una strategia di contenuti appositi per i social, ad esempio un video per Facebook, alcuni tweet incisivi, una serie di Stories per Instagram. Non dimenticare, però, che è il tuo blog quello che realmente parla di te: è il tuo spazio personale, usalo a dovere.

Hai bisogno del mio aiuto? Contattami, sarò felice di darti una mano!

Social network o sito web: come fare politica in Rete?

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